Paolo di Tebe: il Santo denominato Paolo il Primo Eremita

 

San Paolo di Tebe[1] (Egitto, 230 d.C. pressappoco-Tebaide[2][3], 335 d.C. più o meno) è ritenuto dalla tradizione cristiana il primo che si ritirò in luoghi solitari per meditare e dedicarsi all’ascesi mistica. È oggetto di devozione religiosa da parte della Chiesa cattolica, della Chiesa ortodossa e di quella copta[4].

 

Narrazione della vita
San Girolamo

Il volume per conoscere la vita di San Paolo s’intitola Vita Sancti Pauli primi eremitae. Fu composto da San Girolamo[5] (Stridone, 347 d.C.-Betlemme, 30 settembre 419/420 d.C.) nel corso della sua permanenza temporanea in un’area spopolata e desolata vicino al centro abitato di Calcide (Siria) negli anni 375-377 d.C. La prima ricostruzione del testo originale della Vita Sancti Pauli primi eremitae attraverso la collazione dei manoscritti è stata data alle stampe da Bazyli Degórsk[6].

Nel corso della oppressione sistematica e della sopraffazione violenta, estesa ovunque e molto sanguinosa pure se di breve durata, condotta ai danni dei cristiani da parte degli imperatori romani Decio (Budalia, 201 d.C.–Abrittus, 1º luglio 251 d.C.) e Valeriano (200 d.C. pressappoco–Bishapur, successivamente al 260 d.C.), Paolo, giovinetto cristiano egiziano dotto e di famiglia abbiente, si vide costretto ad allontanarsi dalla polis per vivere in luoghi spopolati e desolati, dal momento che era stato accusato di essere un cristiano da parenti che volevano appropriarsi dei suoi beni. Pertanto Paolo s’incamminò verso i monti della Tebaide dove si rifugiò in una caverna, in prossimità della quale vi era una fonte, da cui sgorgava acqua purissima, e una pianta di palma. Quest’ultima gli forniva le foglie per confezionare i suoi capi d’abbigliamento e i datteri con cui si cibò sino ad una età approssimativa di 43 anni, allorché un uccello piuttosto grosso, con becco nero e robusto e piumaggio nero, iniziò a consegnargli con cadenza quotidiana un po’ di pane.

San Antonio Abate, protettore degli animali.

All’approssimarsi della sua dipartita, andò a trovarlo Sant’Antonio abate (Qumans, 251 d.C. pressappoco–Tebaide, 17 gennaio 356 d.C.), che visse in modo appartato per meditare e dedicarsi all’ascesi mistica, chiamato il grande poiché fu la prima persona a diffondere una scelta di vita ispirata a radicale adesione ai principi del cristianesimo, realizzata sia nell’ascesi solitaria dell’eremitaggio, sia nella vita comunitaria di una abbazia. Proprio a lui Paolo manifestò la volontà, una volta morto, di essere deposto sotto terra coperto dal mantello che era stato regalato a Sant’Antonio dall’episcopo Atanasio (in greco antico Ἀθανάσιος, in latino Athanasius; Alessandria d’Egitto, 295 d.C. pressappoco–Alessandria d’Egitto, 2 maggio 373 d.C.).

San Paolo l’eremita e san Antonio Abate

Il suo desiderio venne esaudito e Sant’Antonio lo depose sotto terra coperto dal mantello sopramenzionato, in una buca scavata da due grossi felini con arti robusti e dentatura potente, pelo fulvo e folta criniera intorno alla testa. Per tale motivo viene abitualmente rappresentato nelle immagini artistiche con un vestito di foglie di palma e vicino a lui Sant’Antonio abate, un uccello piuttosto grosso, con becco nero e robusto e piumaggio nero e due grossi felini con arti robusti e dentatura potente, pelo fulvo e folta criniera intorno alla testa.

Devozione

La Chiesa cattolica festeggia San Paolo di Tebe il 15 gennaio. Stando al teologo Renato D’Antiga[7] buona parte delle spoglie di San Paolo di Tebe vennero collocate nel muro sopra l’altare maggiore della Rettoria di San Zulian a Venezia. Paolo di Tebe è il Santo protettore dell’Ordine di San Paolo Primo Eremita (Monaci Paolini), nato in Ungheria nel XIII secolo. L’Ordine appena citato è ancora abbastanza diffuso al giorno d’oggi, specialmente in Polonia, ma pure nella penisola italiana: a Roma (due abbazie), a Ravenna (S. Maria in Porto) ed infine nel centro urbano di Selvaggio (Giaveno–Torino).

BIBLIOGRAFIA

AA.VV., Bibliotheca Sanctorum X, Città Nuova, Roma 1968;

D’ANTIGA, Venezia il porto dei santi, Casa dei Libri, Padova 2008;

DEGORSK, Edizione critica della «Vita Sancti Pauli Primi Eremitae» di Girolamo, Institutum Patristicum “Augustinianum”, Roma 1987;

LOVELLI, (3 Giugno 2015). Tebe: la città dalle cento porte. Recuperato il 25 Ottobre 2018, da Storie di Storia: https://www.storiedistoria.com/2015/06/tebe-la-citta-dalle-cento-porte/.

[1] Si menziona l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Tebe: la città dalle cento porte; https://www.storiedistoria.com/2015/06/tebe-la-citta-dalle-cento-porte/ [3 giugno 2015].

[2] Territorio del Paese delle Due Terre con Tebe sede degli organismi legislativi e amministrativi centrali dello stesso.

[3] In greco antico Θηβαΐδα o Θηβαΐς, in latino Thēbăis.

[4] Aa.Vv. Bibliotheca Sanctorum X. Roma: Città Nuova, 1968.

[5] Sacerdote e studioso dei testi biblici.

[6] Degorsk, B. Edizione critica della «Vita Sancti Pauli Primi Eremitae» di Girolamo. Roma: Institutum Patristicum “Augustinianum”, 1987.

[7] D’antiga, R. Venezia il porto dei santi. Padova: Casa dei Libri, 2008.

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