Tuitio fidei et obsequium pauperum: la vita all’ombra della croce ottagona – Marco Letta

 

Marco Letta, autore dell’avvincente saggio sopramenzionato (in origine tesi con la quale ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Politiche e di Governo presso l’Università degli Studi di Milano), ha descritto con dovizia di particolari la nascita e lo sviluppo del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, evidenziando come il medesimo sia stato in grado di perdurare nel tempo nonostante alcuni eventi calamitosi e come abbia nel XXI secolo, grazie ai suoi organismi e alla decisiva presenza internazionale, un ruolo importantissimo negli interventi a favore di individui che si trovino in uno stato di necessità o in condizioni di pericolo nei paesi del Terzo Mondo ma pure in quelli più progrediti (persone di cui spesso le associazioni umanitarie internazionali danno l’impressione di non ricordarsi o di non essere intenzionate a prendere sotto la loro ala protettrice).

Di particolare importanza per una piena comprensione del testo «Tuitio fidei et obsequium pauperum: la vita all’ombra della croce ottagona» – pubblicato nel 2014 – è la «introduzione» dell’autore. Nella stessa si sottolinea come il motto «Tuitio fidei et obsequium pauperum» accompagni da oltre mille anni l’attività instancabile ed assidua degli appartenenti alla «Sacra Milizia», che fondarono diversi istituti in Terrasanta e in Europa, destinati non solamente all’assistenza sanitaria, nei quali si provvedeva al ricovero e alla cura degli infermi, ma anche dei poveri e dei pellegrini.

 

Antica stampa ritraente un Cavaliere di Rodi
Letta prosegue affermando come l’Ordine nel corso dei secoli si sia battuto senza sosta contro gli infedeli, potendo disporre di eserciti e forze navali ben addestrate. Inoltre, scrive l’autore: «l’Ordine ha rappresentato una delle realtà politiche con più numerosi e influenti contatti e con una notissima diplomazia attiva non solo nelle corti e presso i signori dell’Europa cristiana ma anche con i vari regnanti musulmani; il S.M.O.M. ha, soprattutto, fondato e gestito ospedali dediti alla cura di tutti i malati, istruendo personale medico e fondando proprie università: l’Ordine di Malta può, infatti, vantare il pregio e il merito di aver permesso, per primo, a una donna di laurearsi in chirurgia, quando ancora l’ambito medico era riservato ai soli uomini»
 
Sebbene l’Ordine non abbia più al momento attuale milizie per una serie di motivazioni storiche e sociali, anche oggi ritiene doveroso prestare attenzione e conforto nei confronti di coloro che non sono inseriti, non sono integrati in una comunità per situazioni di fatto o per pregiudizi sociali, nei confronti di soggetti che hanno una età avanzata e sono abbandonati al loro destino in qualunque parte del mondo.

Fa notare pure che: «Non si può ignorare però come una così complessa istituzione, operante in campo politico e militare e fautrice di una così vasta e profonda solidarietà, abbia sempre avuto bisogno, per il suo corretto funzionamento, di norme precise che regolassero la stessa organizzazione ed il suo operato e che dessero le indicazioni indispensabili a tutti gli operatori. Tutti i testi normativi non sono mai stati, caratteristica comune a pochissimi altri testi equipollenti, e non avrebbero potuto mai essere privi di una pregnante e costante presenza di richiami religiosi e spirituali: questi completano e caratterizzano i doveri dei singoli operatori evidenziandone anche tutti i sentimenti che ne devono dirigere e regolare l’azione».

 

Cavalieri ospitalieri di San Giovanni
Il Letta segnala come l’Ordine abbia stretti contatti con numerose nazioni, con la Chiesa cattolica e con diverse organizzazioni internazionali, avendo la possibilità di esprimere i propri convincimenti lì dove vengono prese importanti risoluzioni. Termina ricordando che: «in uno scenario moderno così mutato e sempre più privo di sentimenti quali solidarietà, carità, disponibilità per gli altri e fratellanza, oggi l’opera solidaristica di soccorso e sostentamento dei bisognosi svolta da parte dell’Ordine è ancora e sempre attuale. Il S.M.O.M. è presente ovunque nel mondo e si prepara con sempre rinnovata forza, data dalle profonde radici che vanno ad ancorarsi nei secoli passati, ad affrontare tutte le sfide, sempre più difficili e numerose, che il futuro riserverà a questi Cavalieri, la cui figura non tramonta nei secoli. Questa azione costante trova incessantemente nuova energia vitale con la quale continuare la propria opera e con cui permettere di sopportare le indicibili fatiche e difficoltà che rendono sempre più complicato, e a volte pericoloso, agire concretamente nei teatri e negli scenari diversi che oggi vedono l’Ordine di Malta impegnato nel mondo».

L’ opera si suddivide in tre capitoli. Nel primo, dal titolo «Storia del S.M.O.M.: dalle origini ai giorni nostri», l’autore fa conoscere con grande accuratezza e precisione la storia del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta. Davvero interessante risulta essere il paragrafo «La Croce Ottagona» in cui il Letta informa che: «La Croce bianca, che ancora oggi campeggia sui mantelli e in tutte le decorazioni degli appartenenti all’Ordine, è una Croce ottagona, poiché dotata di otto punte graficamente formate da “quattro punte di freccia rivolte verso il centro e unite”; questa araldicamente è definita come “croce scorciata biforcata patente”. Questa Croce venne scelta fin dalle origini perché voleva essere, contemporaneamente, la raffigurazione delle otto “beatitudini del Vangelo di Matteo” e la rappresentazione dell’Eternità. La stessa Croce, di origine bizantina, era graficamente conosciuta già nel VI secolo d.C. ed era precedentemente stata impiegata dalla Repubblica marinara di Amalfi nella propria bandiera: l’uso potrebbe essere stato ereditato, pur con i nuovi significati religiosi dati alla Croce, proprio dai mercanti campani che ebbero un importantissimo ruolo nella nascita del primo nucleo di quello che sarebbe diventato l’Ospedale di Gerusalemme. La tradizione e le fonti storiche disponibili fanno risalire l’introduzione di questa Croce bianca sui neri mantelli, d’origine benedettina, che i cavalieri indossavano a Gerusalemme a Fra Gerardo, il fondatore dell’Ordine. Da un testo del 1586 apprendiamo che “Fù Gerardo di vita molto esemplare ne vi è historico, che quando fa memoria di lui, non lo descriva per gran servo di Dio. Vestiva habito nero, però lungo con la Croce candida nel petto, era in forma di quella, che nelle bandiere de essa Religione d’Hospedalieri si dipinge. Io contrario sono all’opinione di coloro, che riferiscono la Croce sopra la veste, esser stata dal Maestro Frà Raimondo d’Ippodio instituita, … , costoro di gran lungo s’ingannano, lo confirma il Codice manoscritto, con l’istesse parole. Gerardus suscepit regularem habitum in vestibus suis nigris, albam Crucem exteruis affigens in pectore”. L’interpretazione iconografica che venne in seguito data alle otto punte della Croce vi vedeva rappresentate anche otto importanti virtù cristiane, le otto nazionalità di provenienza dei cavalieri e gli otto principi originari che i Cavalieri dovevano rispettare…..».

 

Fra Gerardo, fondatore dell’Ordine
Nel secondo capitolo, dal titolo «Le norme che regolano l’Ordine: storia e attualità», vi è un excursus dettagliato sui precetti che hanno regolamentato e regolamentano gli Ospedalieri. Di fondamentale importanza il paragrafo «La Carta Costituzionale ed il Codice vigenti». L’autore dichiara che: «Questi testi normativi, riformati dal Capitolo Generale Straordinario svoltosi nel 1997, durante il magistero del Gran Maestro Frà Andrew Willoughby Nimian Bertie, sono tuttora vigenti e rappresentano i testi legislativi fondamentali per il funzionamento e la gestione dell’Ordine».

Nel terzo capitolo, dal titolo «L’ordine nel terzo millennio», si mette in risalto il riconoscimento internazionale dell’Ordine. Con un certo orgoglio il Letta sottolinea che: «…la sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (dello Stato Italiano) emanata nel 1932 definì l’Ordine come “Ente di diritto pubblico internazionale”……. la Suprema Corte stabilì che la natura dell’Ordine e la posizione assunta nel sistema ordinamentale nazionale erano tali da poterlo elevare al rango di “persona del diritto internazionale, esistente all’infuori della sovranità nazionale dello Stato”». Inoltre vengono evidenziate sia la diffusione dell’Ordine in tutto il pianeta sia le diverse attività (sanitaria, assistenzialistica, culturale, politica ed istituzionale) portate avanti dalla «Sacra Milizia».

In conclusione il giudizio non può che essere positivo sul libro sul quale si è discusso fino a questo momento. Il volume risulta di grande interesse, il linguaggio è semplice, scorrevole, comprensibile e riesce ad avvincere non solo le persone ferrate sull’argomento proposto. Inoltre la bibliografia è davvero esaustiva e completa, mentre la Webgrafia risulta sufficiente. Il rigore storico dell’autore non viene mai meno. Un volume meritevole di grande attenzione che consiglio di leggere e regalare a coloro che sono interessati alla storia degli Ordini religiosi cavallereschi.

 
Titolo: Tuitio fidei et obsequium pauperum: la vita all’ombra della croce ottagona 
 
Autore: Marco Letta
 
Editore: Arduino Sacco Editore
 
Pagine: 260
 

4 commenti

  1. Ado, che mi racconti?

    certo che da te ce n'è da imparare… ciao Isabel buona serata 

  2. Bravissimi, splendidi lavori, vi consiglio di interessarVi a questo argomento, che merita diffusione
    http://www.europaorientale.net/sez2grecia_epiro.htm
    è la storia ignorata in Italia di un piccolo regno balcanico negli anni della prima guerra mondiale. Il capo della dinastia è un mio amico, la sua mail privata, se vi interessa, è pzz@libero.it
    Io sono l'avvocato Adolfo Miani, mi trovate su facebook

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