ll Giappone antico: splendida realtà storico-archeologica

Il Giappone, è una delle poche civiltà d’interesse storico-archeologico di cui non si conosce bene la storia antica, giacché la scrittura fu introdotta solamente nell’VIII secolo e le tradizioni tramandano resoconti concreti solo a partire dal II secolo o meglio da quando fu introdotto il Buddismo dal continente asiatico attraverso la Corea intorno alla metà del VI secolo.
La cosa quantomeno strana è che ancora oggi si fatica a leggere articoli interessanti o saggi che cerchino di parlare di questa civiltà che evidentemente non fa “cassetta” come altre.
Molto di quello che sappiamo di questi primi secoli (seguendo la datazione cristiana) lo dobbiamo a resoconti e traduzioni di testi cinesi e coreani ed è in ogni modo certo che di storia propriamente giapponese si può parlare cominciando dall’unificazione di piccoli regni (circa una trentina) esistenti nell’arcipelago pare (il dubitativo è d’obbligo in questi casi) sotto l’Imperatrice Himiko nel III secolo a cui rese omaggio perfino l’Imperatore Cinese attraverso il dono di numerosi specchi, sicuramente dovuti alla loro richiesta per permettere le sepolture, retaggio quindi di un nuovo culto d’origine astrale: l’era delle Sepolture Antiche che si protrasse sino a quasi tutto il VII secolo.
Io credo che il problema principale sia stato la mancanza della lingua scritta che ha costretto ad utilizzare evidentemente degli annalisti o narratori coreani e cinesi, per questo la storia del Giappone risente di culture affini ma non certamente simili.
Comunque credo che in generale è corretta l’interpretazione delle terre unite staccatesi in tempi lontani (anche perché detto fra noi il Giappone sembra veramente un incastro perfetto di un pezzo mancante di terraferma) e che ancora(!)200000 anni fa la costa continentale era a pochissimi chilometri di distanza e sfiorava il Giappone a settentrione.
I rapporti d’interscambio culturale ed economico la terraferma e l’arcipelago durano probabilmente da millenni anche se noi ne sappiamo pochino pochino in verità.
L’epopea dell’Era delle sepoltura antiche vide il fiorire di spettacolari tombe ad uso principale di Imperatori o comunque di personaggi influenti e sono dei veri e propri mausolei anche di notevoli proporzioni con tanto di fossato lungo il perimetro e struttura definita a buco di serratura perché proprio il perimetro stesso della costruzione assume una forma simile ad essa.
Sparsi un pò d’ovunque nel paese e circondati da immense vegetazioni, tanto da farli sembrare più delle residenze quotidiane che dei cimiteri, sono oggi oggetto d’attento studio al fine di comprendere appieno (anche da parte degli stessi giapponesi) che realmente rappresentarono intorno al V secolo.
Uno dei punti fermi sembra il lento avanzamento legato al miglioramento tecnologico che in Giappone risulta essere certamente minore rispetto agli altri paesi circostanti.
Questo era dovuto senz’altro alla grande abbondanza di tutte le derrate alimentari e principalmente delle risorse di prima necessità come il riso, alimento principe della tavola nipponica le cui risaie erano d’estensione enorme e facilmente lavorabile, con eccezionali produzioni annue che soddisfacevano pienamente le necessità della popolazione.

Quindi, l’arte che utilizzava soprattutto la conchiglia e la levigazione di particolari pietre entrambe gentilmente donate dal mare, non seguirono un iter diciamo sociale, cioè in relazione allo sviluppo economico quindi seguendo i bisogni e le relative utilità, ma seguendo la possibilità di sfruttamento di ciò che la natura offriva in abbondanza.

Caratteristico dell’era Nara (710-794) la conformazione del territorio chiamato jori, molto parcellizzato che imponeva l’handen o ridistribuzione d’appezzamenti ai contadini ogni sei anni.
La loro forma geometrica è molto semplice, si tratta di quadrati con all’interno le vie di comunicazioni, i campi da coltivare, i fiumi per l’acqua normalmente orientati sull’incrocio dei punti cardinali.
Siamo ovviamente alla presenza di paesaggio prettamente rurale e dato che il periodo Nara è durato pochissimo (meno di cent’anni) e quindi potremmo ragionevolmente dubitare se ci dicessero che durò solamente lo spazio di questa dominazione, invece ancora in epoca Meiji ne troviamo abbondanti tracce.

 

L’insediamento rurale era dato anche dal particolare sistema di coltura del riso, bene essenziale in questo paese sin dalle origini , ma la forma non risulta particolarmente diverso da quello europeo nel senso che ne esistono vari tanti quante le regioni climatiche, il che li fa avvicinare notevolmente ai caratteri del nostro continente mentre per converso risultano ragionevolmente diversificati rispetto al territorio nordamericano.
Tre fondamentalmente sono i centri abitati: i Mura, sparsi nel territorio agricolo, i Machi, sorta di grosso paese posizionato al crocevia di qualche importante strada e gli Shi, città decisamente urbane ad alta densità abitativa.
Nintoku rappresenta veramente qualcosa di grandioso, nulla di simile al mondo v’era, e sostanzialmente la costruzione fu innalzata durante l’era di Himiko, cioè quella della costituzione del Giappone come lo conosciamo oggi.
Ecco quindi che quest’opera architettonica assume anche la valenza di costruzione patriottica e forse per questo fu intenzionalmente edificata in maniera maestosa, una nuova nazione s’era venuta a creare, quale migliore occasione per permettere a chi aveva partecipato a ciò di restare immortale tra la propria civiltà.
Questo non ci si discosterebbe per nulla da altre situazioni similari percorrendo il continente eurasiatico (e considerando anche i paesi africani mediterranei).
In tutti questi mausolei si trovavano migliaia di haniwa, cilindri argillosi che raffiguravano chiunque, uomo, animale, oggetti sacri che simboleggiavano normalmente l’ascesa al trono del defunto.
Come si è detto il Buddhismo arrivò in Giappone (Silla e Yamato cioè il sud ovvero il vero e proprio Nippon) non prima del 538 AD o almeno questa è la data della prima fonte ufficiale desunta dalla scoperta delle tombe appartenenti appunto alla religione proveniente dal continente.

Il Regno delle Sepolture Antiche costituisce la base seria per l’inizio della storia giapponese in rapporto proprio alla crescita Buddhista nell’area, anche se in realtà bisognerebbe suddividerla ulteriormente rispettando i tempi della parte settentrionale che l’hanno conosciuta certamente in anticipo (fine IV secolo AD) e la parte meridionale che l’ha conosciuta appunto a metà del VI secolo AD.
Questo non vuol affermare che la religione avesse seria presenza ed abbia caratterizzato la vita del nord, s’hanno pochi riscontri e fonti certe, tranne qualche monastero peraltro d’origine dubbia o discussa, ma semplicemente andrebbe legato ai viaggi che i commercianti ed i filosofi della penisola sino-russo-coreana compivano con frequenza nei territori d’oltremare e portavano quindi a creare degli ambienti rurali simili a quelli tipici delle loro terre con annessi monasteri. 
 

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