La battaglia di Cameria (737 a.C.)

Nello scontro armato di Cameria[1] (737[2] a.C.), che ebbe luogo sedici anni più tardi la fondazione di Roma (21 aprile 753[3] a.C.), si fronteggiarono le truppe romane capeggiate dal primo sovrano della città eterna (Romolo[4], Alba Longa, 24 marzo 771[5] a.C.– Roma, 5 o 7 luglio 716[6] a.C.) e quelle dei Camerii. Stando alla leggenda, i Romani batterono le milizie nemiche, conquistarono il loro centro urbano e vi insediarono numerosi cittadini romani.

PRESUPPOSTI
Romolo e Remo allevati dalla lupa.

Edificato il centro abitato[7][8] sul Palatino[9][10][11], i Quiriti iniziarono ad espandersi, tanto da essere per Tito Livio[12][13] (Patavium, 59 a.C.– Patavium, 17 d.C.): «così potenti da poter rivaleggiare militarmente con qualunque popolo dei dintorni». Gli stessi si impadronirono in poco tempo di parecchi insediamenti abitativi (a breve distanza da Roma) dei Ceninensi[14][15], degli Antemnati[16][17], dei Crustumini[18], dei Sabini[19][20] e della città di Fidene[21].

Non aveva avuto termine l’epidemia di peste[22], manifestatasi in Roma pressappoco dieci anni prima[23] del combattimento preso in esame, che i Camerii occuparono con la forza le aree soggette alla giurisdizione romana e le depredarono, persuasi che i Quiriti non fossero in grado di opporre resistenza per il crudele flagello che aveva ucciso molti cittadini romani[24].

SVOLGIMENTO DELLA BATTAGLIA

Plutarco[25] (Cheronea, 46 d.C./48 d.C.–Delfi, 125 d.C./127 d.C.) riferisce che Romolo contrattaccò rapidamente, effettuando un’azione militare contro i Camerii. Avendoli vinti in uno scontro armato, ne uccise 6.000 e si impossessò di Cameria[26].

RIPERCUSSIONI

Romolo non ridusse in macerie il centro urbano avversario ma, al contrario, stabilì che Cameria (come era avvenuto per Fidene) divenisse una colonia romana. Nella città furono insediati un numero di coloni pari al doppio dei Camerii scampati alla morte.

Il saccheggio della città fruttò anche un cocchio bronzeo tirato da quattro cavalli, che Romolo impiegò in un apposito rito che si svolse nell’edificio (il Volcanale) dedicato al culto di Efesto a Roma,  dove si fece erigere un’opera scultorea nella quale figurava cinto dalla corona dalla Vittoria[27].

Moneta raffigurante Romolo. Sull’altro lato la dea Cerere.

Quello con i Camerii non fu l’ultimo conflitto a cui Romolo prese parte. Se i popoli confinanti meno forti si piegarono volontariamente al dominio romano, non accadde lo stesso per quelli dotati di grande forza fisica e morale che, benché sembrassero indecisi sul da farsi e invidiosi dei successi di Roma, decisero di opporsi attivamente alla tendenza romana[28] ad ampliare la propria sfera di influenza politica ed economica. Gli abitanti di Veio[29],  vivendo ad occidente del fiume Tevere[30], furono gli ultimi ad essere battuti, dopo che avevano inutilmente chiesto in restituzione a Romolo[31] il centro urbano di Fidene[32].

BIBLIOGRAFIA

AA.VV., La Grande Storia, RBA ITALIA, Milano 2016;

CARIOLI, Il giallo delle origini, in «Focus Storia Collection», Mondadori Scienza, Milano 2016;

CLEMENTE, Guida alla storia romana, Arnoldo Mondadori, Milano 1985;

S.J. KOVALIOV, Storia di Roma, Pgreco, Roma 2011;

MICHELET, Storia di Roma, RL Gruppo Editoriale, Santarcangelo di Romagna 2009;

MONTANELLI, Storia di Roma, RCS Libri, Milano 1997;

MOMMSEN, Storia di Roma antica, Sansoni, Milano 2001;

PANI – E. TODISCO, Storia romana, Carocci, Roma 2008;

SPINOSA, La grande storia di Roma, Arnoldo Mondadori, Milano 1998;

TEYSSIER, L’ascesa dell’impero romano, LEG Edizioni, Gorizia 2016;

ZIOLKOWSKI, Storia di Roma, Bruno Mondadori, Milano 2006.

[1] Centro abitato latino posto a nord-est di Roma.

[2] Plutarco, Vita di Romolo. 24, 5.

[3] Teyssier, E. L’ascesa dell’impero romano. Gorizia: LEG Edizioni, 2016, p. 15.

[4] Personaggio mitico che è ritenuto il fondatore di Roma e dei suoi organismi politici di maggiore importanza.

[5] Eutropio, Breviarium ab Urbe condita. I, 1.

[6] Eutropio, Breviarium ab Urbe condita. I, 2.

[7] Spinosa, A. La grande storia di Roma. Milano: Arnoldo Mondadori, 1998, p. 15.

[8] Carioli, A. Il giallo delle origini, in «Focus Storia Collection» estate 2016, pp. 18-23.

[9] Una delle sette colline di Roma.

[10] Clemente, G. Guida alla storia romana. Milano: Arnoldo Mondadori, 1985, p. 85.

[11] Pani, M.; Todisco, E. Storia romana. Roma: Carocci, 2008, p. 37.

[12] Autore romano di trattati storici.

[13] Aa.Vv. La Grande Storia. vol. X. Milano: RBA ITALIA, 2016, p. 19.

[14] Popolazione dell’Italia preromana stabilitasi vicino a Roma.

[15] Plutarco, Vita di Romolo. 17, 1.

[16] Popolo dell’Italia preromana stabilitosi in prossimità di Roma.

[17] Tito Livio, Ab Urbe condita libri. I, 11.

[18] Popolazione dell’Italia preromana insediatasi vicino a Roma.

[19] Popolazione di epoca remota dell’Italia centrale.

[20] Dionigi di Alicarnasso, VII, 35, 4; VIII, 78, 5.

[21] Tito Livio, Ab Urbe condita libri. I, 14.

[22] Per avere informazioni dettagliate sulla peste nell’antichità e nell’Alto Medioevo è possibile consultare l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. La peste giustinianea; https://www.storiedistoria.com/2015/01/la-peste-giustinianea/ [8 gennaio 2015].

[23] Plutarco, Vita di Romolo. 24, 1-2.

[24] Plutarco, Vita di Romolo. 24, 3.

[25] Autore greco di biografie e filosofo.

[26] Plutarco, Vita di Romolo. 24, 4.

[27] Divinità che simboleggiava il successo nel combattimento militare.

[28] Plutarco, Vita di Romolo. 25, 1.

[29] Potente centro abitato etrusco, i cui ruderi sorgono pressappoco 15 km a nordovest di Roma.

[30] Corso d’acqua di maggiore importanza dell’Italia centrale e peninsulare.

[31] Plutarco, Vita di Romolo. 25, 2.

[32] Michelet, J. Storia di Roma. Santarcangelo di Romagna: RL Gruppo Editoriale, 2009, p. 91.

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