Caterina: la Santa che fu martirizzata ad Alessandria d’Egitto

Santa Caterina d’Alessandria (287-Alessandria d’Egitto, 305 d.C.), testimone eroica della fede cristiana, professata anche davanti alla morte, è oggetto di devozione religiosa da parte della Chiesa cattolica ed ortodossa.

NARRAZIONE DELLA VITA
Matrimonio mistico di S. Caterina. Parmigianino.

Prescindendo dalle insicure coordinate cronologiche (giorno, mese, anno) della nascita (forse il 287 d.C.) e dall’episodio del supplizio ad Alessandria d’Egitto circa nel 305 d.C., della sua esistenza si possiedono poche informazioni ed è complicato discernere ciò che è realmente accaduto dai racconti popolari ricchi di particolari favolosi e fantastici. Vi sono pure dei testi scritti, ognuno dei quali è tuttavia posteriore di alcuni secoli. La Passione più lontana nel tempo è del VI-VII secolo d.C. e fu scritta in greco. In seguito vennero composte un’altra passione[1] dell’XI secolo e la Legenda Aurea[2] di Jacopo da Varagine[3].

Stando alla Legenda Aurea Caterina era una ragazza egiziana di incomparabile bellezza, istruita e figlia del sovrano Costa. Rimase priva del genitore nella fase della sua vita successiva alla puerizia e antecedente alla maturità. Caterina fu chiesta in moglie da numerosi uomini facoltosi ma ebbe in sogno la Vergine Santissima con il Bambino che le infilava l’anello al dito facendola sua sposa.

TORTURA

Nel 305[4] d.C. un imperatore romano fu accolto festosamente ad Alessandria d’Egitto. Sebbene la Legenda Aurea menzioni Massenzio (errore di copiatura), parecchi studiosi credono che l’imperatore in questione fosse in realtà Massimino Daia (Illiria, 285 pressappoco-Tarso, agosto 313 d.C.), che nel 305 d.C. venne dichiarato formalmente Cesare per l’oriente nell’ambito della tetrarchia[5] (in greco antico τετράρχης).

Busto di Massimino Daia.

Caterina si recò nell’edificio dove risiedeva il governatore nel corso di festeggiamenti, durante i quali venivano offerti in sacrificio agli dei animali e prodotti della terra. Un gran numero di cristiani, per il timore di sopraffazioni violente condotte ai loro danni, acconsentirono in quell’occasione a venerare le divinità pagane. Caterina si rifiutò di compiere sacrifici agli dei e, per contro, invitò gentilmente l’imperatore ad accettare Gesù Cristo come redentore di tutti gli uomini, portando argomenti filosofici a sostegno di quanto diceva. L’imperatore, stando alla Legenda Aurea, impressionato tanto dalla beltà quanto dall’istruzione della nobildonna, chiamò diversi oratori affinché la inducessero ad adorare le divinità pagane, proponendole anche di divenire sua moglie. Tuttavia, per l’eloquenza di Caterina, non solamente gli oratori non riuscirono a convincerla della giustezza delle loro idee, ma finirono con l’aderire in modo sollecito al Cristianesimo. L’imperatore dispose che fossero uccisi e, in seguito all’ennesimo diniego di Caterina di ripudiare pubblicamente la propria fede, stabilì che la donna venisse privata della vita su una ruota con sporgenze aguzze come i denti canini. Il dispositivo per il tormento corporale, però, si spezzò e Massimino Daia ordinò che la santa fosse decapitata.

Legenda aurea o Legenda sanctorum.

Dal corpo della donna, come emblema della sua castità, uscì latte anziché sangue. Stando ad un racconto pieno di particolari favolosi e fantastici la salma di Caterina venne poi portata dagli angeli sul monte Sinai[6]. Qui nel VI secolo l’imperatore Giustiniano[7] (Tauresio, 482-Costantinopoli, 14 novembre 565 d.C.) costruì una abbazia che ha ancora oggi il nome della santa.

DEVOZIONE

La Chiesa cattolica festeggia Santa Caterina d’Alessandria il 25 novembre. È ritenuta, con Santa Margherita d’Antiochia (Antiochia di Pisidia, 275-290 d.C.) e l’Arcangelo Michele[8], una delle Voci che guidò Santa Giovanna d’Arco (Domrémy, 6 gennaio 1412 – Rouen, 30 maggio 1431).

EMBLEMI ICONOGRAFICI
Santa Caterina di Alessandria. Caravaggio.

Santa Caterina d’Alessandria è raffigurata con una corona sul capo e addosso vestiti degni di una regina per evidenziare le sue origini aristocratiche. La palma nelle sue mani sottolinea che subì la tortura. Il libro rammenta la sua vasta cultura e di essere la protettrice degli studi e di particolari ceti sociali che si dedicano con impegno alla trasmissione di conoscenze (docenti ed Ordini religiosi come i Domenicani e gli Agostiniani). In alcuni casi il libro riporta la frase: «Ego me Christo sponsam tradidi (mi sono data sposa a Cristo)». In conclusione è raffigurata pure con una spada, arma che la uccise, e la ruota, che presenta sporgenze aguzze come i denti canini (dispositivo del supplizio), elemento che unisce la santa a molteplici categorie di arti e mestieri che hanno a che vedere con la ruota. Probabilmente la stessa lega Santa Caterina agli artigiani che lavorano la ceramica, dei quali è protettrice.

BIBLIOGRAFIA

ANONIMO, Passio sanctae Katherinae Alexandriensis (1033-1048);

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea (pressappoco fra il 1260 ed il 1298);

LOVELLI, (10 Gennaio 2014). Giustiniano: personaggio storico e personaggio letterario. Recuperato il 22 Luglio 2017, da Storie di Storia:

https://www.storiedistoria.com/2014/01/giustiniano-personaggio-storico-e-personaggio-letterario/.

[1] Anonimo, Passio sanctae Katherinae Alexandriensis (1033-1048).

[2] Antologia vergata in latino pressappoco fra il 1260 ed il 1298 (cap. CLXIX).

[3] Religioso domenicano ed episcopo di Genova.

[4] Non si è sicuri al cento per cento che la data sia proprio il 305 d.C.

[5] Nell’antichità il governo che si esercitava sulla quarta parte di un regno.

[6] Denominato pure monte Oreb, è situato nell’area meridionale della penisola del Sinai.

[7] Si rammenta l’articolo pubblicato sul blog Storie di Storia: LOVELLI, G. Giustiniano: personaggio storico e personaggio letterario; https://www.storiedistoria.com/2014/01/giustiniano-personaggio-storico-e-personaggio-letterario/ [10 gennaio 2014].

[8] Principe delle milizie celesti.

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