Teutoburgo: la selva che inghiottì le legioni di Augusto – Massimo Bocchiola e Marco Sartori

Massimo Bocchiola ha tradotto i testi di alcuni tra i più importanti autori di opere letterarie in lingua inglese (Pynchon, Kerouac, Auster e Welsh). Ha dato alle stampe i seguenti volumi contenenti componimenti in versi: Al ballo della clinica (1997), Le radici nell’aria (2004), Mortalissima parte (2007). Inoltre su giornali e pubblicazioni periodiche letterarie ha editato molteplici studi critici brevi. Marco Sartori, dedicatosi con impegno e serietà allo studio della storia romana, ha dato alle stampe parecchi studi critici brevi su pubblicazioni periodiche specializzate come Athenaeum e Rivista storica italiana. Docente, traduttore e consulente di svariate case editrici. Con Massimo Bocchiola ha editato Teutoburgo, La battaglia di Canne (2012) e L’inverno della Repubblica (2012).

Rappresentazione della battaglia di Teutoburgo

Di particolare importanza, per una piena comprensione del saggio Teutoburgo: la selva che inghiottì le legioni di Augusto (pubblicato nel mese di gennaio del 2014), è l’introduzione al I capitolo. In questa gli studiosi dichiarano che: «Nei ricordi della scuola e delle letture storiche occasionali, la sconfitta di Roma resta quasi sempre solo una: la battaglia di Canne, avvenuta durante la Seconda guerra punica. … Neanche una piccola parte di tanta fama è toccata alla battaglia di Teutoburgo – o della selva di Teutoburgo, combattuta all’inizio dell’autunno del 9 d.C. Per essere più esatti, non le è toccata in Italia. Nei nostri libri scolastici, questo fatto d’armi viene menzionato, diciamo così, in appendice alla vita di Augusto, il quale, ormai anziano e scosso da altri dolori, si vide amareggiare gli ultimi anni dalla perdita di tre legioni al completo in una regione geograficamente ed etnograficamente importante (la Germania) a opera di un capo barbaro il cui nome (Arminio, principe dei Cherusci) nel ricordo si mescola con quelli di tanti altri nemici di Roma. Un massacro abbastanza misterioso, confuso tra le selve, le paludi e le piogge di un confine ancora vago e mobile … oltre che tra le ossessioni di un imperatore senescente.

Imperatore Augusto

Perché se a molti la parola Teutoburgo evoca poco o nulla, la memoria di altri si ravviva quando sentono la frase: “Varo, rendimi le mie legioni!” che si diceva Augusto ripetesse sovente, tra il furore e le lacrime, verso la fine della sua vita. È diventata così proverbiale, questa frase, che alcuni non l’associano nemmeno a Teutoburgo, e pochi sono veramente incuriositi dall’identità o dalla personalità di Varo. Questa battaglia, sul cui svolgimento da noi di solito poco si sa e si studia (“un’imboscata”, “un agguato”, nient’altro) per i tedeschi è stata a lungo il punto di partenza della loro storia: un epico scontro per la libertà dove l’eroe Arminio, sgominando sul campo gli invasori romani e ricacciandoli per sempre al di là del Reno, unì diversi popoli e fondò una nazione, o almeno uno spirito razionale. … Quella che noi italiani abitualmente chiamiamo battaglia di Teutoburgo i tedeschi la chiamano Varusschlacht, la “battaglia di Varo”. I latini perlopiù usavano la formula clades variana, la “sconfitta di Varo”, o semplicemente bellum varianum, che corrisponde appunto a Varusschlacht: ma nella scelta dei discendenti di Arminio di intitolare al nemico sconfitto la battaglia vittoriosa, riecheggia qualche cosa di più dell’omaggio all’unica storiografia che l’abbia tramandata, cioè quella dei Romani.

Riecheggia una incertezza topografica, anzi una questione secolare su dove i combattimenti ebbero effettivamente luogo. Infatti la regione di foreste e basse colline del Teutoburger Wald, nel Nordovest dell’attuale Repubblica Federale Tedesca, è vasta, e le indicazioni degli storici sono generiche, imprecise. Solo in questi ultimi anni, e grazie soprattutto a un colpo di fortuna, gli scavi e i ritrovamenti archeologici hanno (probabilmente) risolto la questione del sito della battaglia, conteso in passato fra decine di città e villaggi tedeschi».

La foresta di Teutoburgo ai giorni nostri.

Massimo Bocchiola e Marco Sartori, nell’opera presa in esame, cercano di spiegare ai lettori come sia potuto accadere che tre unità militari romane, capeggiate dal legato imperiale Quintilio Varo, siano state annientate dai Germani di Arminio. Gli autori descrivono nei minimi particolari lo svolgimento dello scontro armato (servendosi di dati, testimonianze ed ipotesi), che non smette ancora nel XXI secolo di affascinare ed influenzare la cultura europea.

Di grande utilità sono le cartine, la bibliografia, l’indice dei nomi e dei luoghi e le divagazioni (undici in tutto). Dicono gli studiosi che: «Nello scrivere la storia di questa battaglia abbiamo ceduto a molte tentazioni digressive: ci sembrava un peccato tenere chiuse agli occhi del lettore le tante finestre che si schiudevano a noi con il procedere della narrazione. Lo splendore monumentale e rituale della Roma augustea; il rapporto tra esercito e società romana; i capi carismatici germani che l’impero si ritrovò di fronte nei secoli della sua espansione … e ancora: le impressionanti somiglianze tra le guerre imperiali dell’antichità e quelle dei tempi moderni, anche attuali; o la curiosità che può nascere dalla lettura di una tragedia ottocentesca in cui Varo diventa una specie di tiranno shakespeariano e Arminio un eroe nazionale. Alla fine, però, molte di queste finestre, o feritoie, erano così ampie che rischiavano di distogliere il lettore dalla storia che il libro voleva raccontare: cioè la battaglia nella Selva e i suoi protagonisti. Insomma, erano divagazioni. Così le abbiamo chiamate con il loro nome e le abbiamo spostate in fondo al libro. Non per relegarle in appendice, perché fra esse si trovano alcune delle pagine a cui teniamo maggiormente, ma per liberarle e dare loro spazio». Un volume meritevole di notevole attenzione che si consiglia di leggere e regalare a coloro che sono interessati alla storia romana ed in particolare a quella militare.

Titolo: Teutoburgo: la selva che inghiottì le legioni di Augusto

Autori:  Massimo Bocchiola, Marco Sartori

Editore: Mondadori

Pagg. 330

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