Akhenaton. L’antico Egitto tra storia e fantasia – Dominic Montserrat

 

Dominic Montserrat, professore di studi classici (quelli che hanno per oggetto la civiltà e la cultura antica greco – latina) alla «Open University», ha dato alle stampe numerosi libri, fra i quali meritano una particolare segnalazione i seguenti: From Constantine to Julian: Pagan and Byzantine Wiews (1995 insieme a Sam Lieu), Sex and Society in Greco-Roman Egypt (1996), Changing Bodies, Changing Meanings (1997), Studies on Human Body in Antiquity (1997) e Costantine History, Historiography, Legend (1998 insieme a Sam Lieu).

Bassorilievo di Akhenaton e della sua sposa Nefertiti

Di particolare importanza per una piena comprensione del testo «Akhenaton. L’antico Egitto tra storia e fantasia» (pubblicato nel mese di aprile del 2005) è la «prefazione» di Ezio Rovida (che ha eseguito la versione del libro in questione dall’inglese all’italiano). Il traduttore evidenzia come oggi Internet mostri quanto ogni personaggio storico sia veramente celebre. Se in un qualunque motore di ricerca si scrive il nome di Akhenaton, battendo le dita su una tastiera, ne consegue che vi sono più di 227.000 siti a lui dedicati. La sua consorte Nefertiti arriva «solamente» a 143.000 siti, Ramses II (un faraone che gode di una notevole fama) a più di 130.000 siti e per finire Cheope (noto per la sua piramide) non supera i 44.000. Da tutto questo se ne deduce che Akhenaton e Nefertiti risultano essere sicuramente i monarchi egizi più conosciuti e più apprezzati nell’epoca presente. Ovviamente, sottolinea il Rovida, l’esistenza di parecchi siti web riservati a personalità non denota la loro rilevanza storica ma quanto quella mediatica e come i sovrani egizi vengano utilizzati per finalità che non si uniformano alla linea ufficiale, come cerimonie della massoneria, religioni che non appartengono alla cultura predominante e non sono integrate in un’istituzione, club gay ed attività politiche e concernenti il commercio. Pertanto oggi Akhenaton e Nefertiti non sono considerati soltanto come individui vissuti in un periodo storico distante ma sono stati idealizzati, assumendo proporzioni leggendarie nell’immaginazione popolare. Prima la scienza che studia le civiltà antiche attraverso l’analisi dei monumenti e dei reperti, ottenuti specialmente per mezzo di scavi, in seguito i «mass media» li hanno scoperti e riportati in vita, adoperandoli come emblemi degli interessi, dell’attesa fiduciosa di un futuro positivo e delle aspirazioni dell’età contemporanea. Coloro che hanno studiato la storia dell’antico Egitto sono perfettamente consapevoli di quanto poco si conosca, per esempio, dell’esistenza dei faraoni e delle loro consorti, del loro sentire, delle loro convinzioni, ma si è oramai avvezzi ad osservarli in azione in pellicole cinematografiche, romanzi storici ed in programmi televisivi o radiofonici che espongono in forma semplice e comprensibile nozioni storiche per renderle accessibili al grande pubblico. Pertanto l’antico Egitto raccontato dai mezzi di comunicazione e di divulgazione (televisione, cinema, radio, giornali, manifesti, ecc.) risulta di frequente essere una percezione soggettiva che non corrisponde alla realtà oggettiva, insomma una creazione degli uomini dell’età moderna per appagare le loro necessità di immaginario o per rendere legittime un complesso di idee e di finalità. Il Rovida prosegue affermando che l’autore di opere letterarie, Christian Jacq, a partire dal 1981 fino al 2000 ha pubblicato 14 studi critici, 16 componimenti narrativi in prosa ed ulteriori volumi di minore importanza sempre e solamente sull’antico Egitto, divenendo il solo autore di opere letterarie di madrelingua francese tra i dieci al momento che hanno maggiore «appeal» sulla Terra. Da ciò si evince come, prendendo le mosse da Napoleone fino ad oggi, la società contemporanea e l’industria della moda periodicamente si siano interessati all’antico Egitto. Però esse non prendono in esame un Egitto realmente esistito, ma un paese favoloso capace di soddisfare le loro necessità religiose, sociali, ecologiche, razziali e perfino sessuali. Inoltre fa notare il traduttore come: «…..per riprendere contatto con l’Egitto reale e la sua vera cultura è necessaria la consapevolezza del continuo processo di proiezione sul passato di idee e problematiche del presente operato da chi racconta la storia antica. Questo libro, dedicato ad Akhenaton, il faraone più controverso e quindi più soggetto ad interpretazioni anodine, è uno studio esemplare che esplora il rapporto fra storia ed immaginazione, fra scienza e fantasia». Segnala pure l’importanza di un criterio di indagine ed analisi razionale indispensabile per destreggiarsi fra i diversi testi e documenti non sempre sicuri (dove sono presenti informazioni precise, ma pure inventate e non autentiche). Quindi risulta necessaria l’attitudine a distinguere ed emarginare testi e documenti a cui non si può dare credito.

Il Montserrat, all’inizio del testo, rammenta come Akhenaton sia stato sicuramente la personalità più indagata ed analizzata (e non solo dagli addetti ai lavori) dell’antico Egitto. Per diversi storici è da considerare l’inventore dell’orientamento religioso basato sull’esistenza di un solo dio ed è riuscito ad ammaliare non solo gli egittologi ma pure individui straordinari come Sigmund Freud (neurologo e psicoanalista), che pubblicò nel 1939 il testo «Mosé e il monoteismo» e Philip Glass (autore di musica contemporanea), il quale compose il melodramma «Akhnaten», andato in scena nel 1984. Questo libro distingue nettamente tra quanto si conosce davvero su Akhenaton e le numerose leggende fiorite su di lui. Il Montserrat prende in attenta considerazione i molteplici studi storici sul faraone, sul suo governo (basati di sovente su principi eurocentrici che non possono essere applicati all’epoca antica) e sulla la nascita del centro abitato di Akhetaton (fortemente voluto da Akhenaton per adorare pienamente il dio Aton). Effettua ricerche minuziose e sistematiche per capire le motivazioni che hanno portato diverse religioni alternative, afrocentristi, omosessuali, Freud ed alcuni nazisti ad esaltare in ogni modo il faraone di cui sta discettando. Il professore di studi classici mette in rilievo come gli uomini contemporanei hanno un’idea di Akhenaton non basata solamente su elementi storici ed archeologici, ma condizionata dai simboli e dai miti presenti nella cultura occidentale sull’antico Egitto e dagli scontri del momento attuale per il riconoscimento di legittimità e di autorevolezza a movimenti artistici, letterari e gruppi politici che si caratterizzano per una avere una tendenza culturale ed ideologica alternativa. Facendo riferimento ad opere e documenti noti e meno noti, enumera le ragioni per le quali la scienza che studia l’antico Egitto attraverso l’analisi dei monumenti e dei reperti, ottenuti specialmente per mezzo di scavi, suscita un così grande interesse al giorno d’oggi.

In conclusione il giudizio sul saggio non può che essere estremamente positivo. L’opera risulta di grande interesse, il linguaggio è semplice, scorrevole, comprensibile e riesce ad avvincere non solo le persone ferrate sull’argomento proposto. Inoltre il libro è corredato da una serie di illustrazioni che nella maggior parte dei casi non sono mai state pubblicate. Il rigore storico dell’autore non viene mai meno. Unica nota stonata sono i caratteri alfabetici eccessivamente minuscoli. Un testo meritevole di grande attenzione che consiglio di leggere e regalare a coloro che sono interessati alla figura del faraone Akhenaton, all’archeologia e alla storia dell’antico Egitto.

 

1 commento

  1. Gianni Dorata

    Interessante questa segnalazione, Isabel, come la figura del faraone "eretico" che tanta influenza ebbe persino nella fondazione della religione ebraica, dato che i rabbini lo presero a modello per la costituzione del loro "apparente" monoteismo…Freud ne parla nel suo saggio, citato nella presentazione del lavoro di Montserrat, ove evidenzia il fatto che Mosè fosse egizio. Una analisi significativa se si pensa che Freud era ebreo…

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